Sguardo maschile, questo sguardo maschile onnipresente

Sguardo maschile, questo sguardo maschile onnipresente

Ci sono alcuni concetti che permeano la nostra vita e che, però, non conosciamo. Questo è il caso di ” Garza maschile “.

Quando li scopriamo, ci diciamo: “Ma ouiiiiii! Ma ovviamente lo è! Non avevo mai notato questo fenomeno prima e non sapevo nemmeno che avesse un nome! »

Quindi, ovviamente, è complicato mettere tutto nelle scatole! Ma a volte ci permette di esprimere semplicemente con le parole un sentimento diffuso e di essere in grado di spiegarlo a sua volta più facilmente.

Cos’è lo sguardo maschile?

Secondo Wikipedia:

” Il sguardo maschilechiamato anche visione maschile Dove garza maschilesi riferisce al fatto che la cultura visiva dominante (riviste, fotografia, cinema, pubblicità, videogiochi, fumetti, ecc.) costringerebbe il pubblico ad adottare una prospettiva maschile eterosessuale.

Questo concetto è stato proposto dalla critica cinematografica Laura Mulvey nel suo saggio Piacere visivo e cinema narrativo pubblicato nel 1975.

Parliamo di sguardo maschile quando la telecamera indugiaPer esempio, sulle forme di un corpo femminile. Questo concetto è visto come un segno di potere asimmetrico. Ha una forte influenza sulla teoria del cinema femminista e sugli studi sui media. »

In sintesi: hai mai notato che nella maggior parte di ciò che guardi (film, serie) e nei media, tutto viene fatto per lusingare lo sguardo maschile eterosessuale?

In definitiva, lo sguardo malvagio è ovunqueed è solo un segno che la “cultura visiva” è creata DA uomini etero, PER uomini etero.

Dove si nasconde lo sguardo maschile?

Nei film e nelle serie

Quanti film ci sono in cui l’eroe (maschile) è accompagnato da una donna, dal fisico perfettamente normale (dal punto di vista maschile)?

Dal punto di vista produttivo ci sono i primi piani dei corpi delle donne, in particolare il seno, le natiche, tutto il corpo in un completo attillato ma senza la testa (sì! Guarda!), la bocca, i capelli , in breve, parti del suo corpo sessualizzato.

Inoltre, possiamo notare che anche quando l’eroina è una donna, il suo corpo, che deve peraltro soddisfare i criteri di bellezza della società, è estremamente evidenziato visivamente.

La donna non è più una donna, ma una donna oggetto.

sguardo maschile al cinema

Il test di Bechdel

Questo test, proposto da un’illustratrice, che gli ha dato il nome, e da una sua amica nel 1985, ci invita a porci tre domande dopo aver visto un qualsiasi lavoro (film, libro, ecc.):

  • Ci sono almeno due donne nominate (cognome e nome)?
  • Queste due donne stanno parlando insieme?
  • Se è così, stanno parlando di qualcosa che non ha nulla a che fare con un uomo?

Sembra così semplice… E in realtà non lo è.

Circa un’opera su due non supera il test!

Altre prove sono state poi create, per affinare la denuncia di questo sguardo maschile e più in generale del sessismo nel cinema e nella letteratura.

Nelle pubblicità e nelle riviste femminili

Non abbiamo intenzione di sfondare una porta aperta: tutti sanno che la norma fisica è pesante per le donne.

Sappiamo anche che le foto ritoccate e l’onnipresenza di corpi “perfetti” sono una ferita per l’autostima, perché sono lontane dalla nostra realtà e portano a un confronto distorto fin dall’inizio.

Ci si potrebbe, tuttavia, chiedersi quale sia il garza maschile ha a che fare con questo, ed essere tentato di pensare che, dopo tutto, le donne stesse trasmettono questo tipo di immagine.

In parte è vero.

Ma non dimentichiamo una cosa: la maggior parte dei grandi media e dei grandi gruppi industriali, in particolare i cosmetici, sono di proprietà di uomini e/o hanno una maggioranza di uomini ai vertici della loro gerarchia.

Contribuiscono quindi molto fortemente a trasmettere questa immagine di la donna desiderabile nello sguardo dell’uomo eterosessuale.

Sui social

I social network non fanno eccezione alla regola.

Sono anche terreno fertile per iloggettivazione dei corpi delle donne.

Il sintomo più evidente di ciò è la differenza di moderazione tra le diverse immagini condivise.

La regola sembra essere la stessa per tutti: sono vietate le immagini sessuali o pornografiche.

Ma in realtà è soggetto a interpretazione!

Mentre le donne con corpi standard possono facilmente mostrarsi in micro bikini, in pose apertamente suggestive (primi piani dei glutei e décolleté, per esempio) o filmarsi quasi nude mentre twerkano, altre donne, con la stessa percentuale di nudità o anche meno, la loro immagine sarà contrassegnata e censurata.

È il caso, ad esempio, delle donne che allattano al seno (scollatura profonda: ok, mamma che allatta al seno: allerta pornografia!) o delle donne con corpi non standard che posano in mutande (attiviste anti-fatfobia).

So’Cup ha visto una foto di una delle sue modelle in mutandine mestruali e una maglietta vietata per motivi: “pausa sessualmente suggestiva”.

mutandine mestruali socup censurate

Ciò che questo ci dice è che un corpo esposto va bene se lo adula sguardo maschile eterosessuale.

Cosa fare contro lo sguardo maschile?

Fortunatamente, dopo questo inventario poco incoraggiante, possiamo ancora dirci che le cose stanno procedendo.

Queste pratiche sono sempre più denunciate. Attualmente, ad esempio, stiamo assistendo a un’ondata di mobilitazione da parte di gruppi militanti a fermare la censura e il silenziamento delle minoranze sui social media (già quasi 200 firmatari).

Inoltre, non esitate a denunciare i marchi che usano l’immagine di un “cannone di bellezza” seminudo per vendere qualsiasi cosa, dalle auto agli aspirapolvere!

Possiamo anche scegliere di concentrare la nostra attenzione su opere prodotte da donne che non sono soggette a questo pregiudizio, e di non prestare più attenzione, appunto, ai media che obiettano i corpi delle donne.

Inoltre, non essere timido nell’iscriverti ad account che promuovono la varietà del corpo e interrompono la pressione sul corpo delle donne.

Insomma: scegliamo a chi vogliamo dedicare attenzione e soldi!

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